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Corso pre-parto - Parte 3...e la Valigia

In realtà dovrebbe intitolarsi parte 4, visto che prima dell'incontro di martedì scorso c'è stato l'ultimo con la psicologa, il martedì prima, subito dopo Pasqua. E' che allora la psicologa ci pose una di quelle domande così assurde ma così profonde, così ricche di significato ma anche poco significative, quelle che possono voler dire tutto o nulla, roba tipo "E' nato prima l'uovo o la gallina?" ma anche "Esiste davvero la famiglia del Mulino Bianco?". Siccome ci stavo ancora pensando su, ho saltato l'aggiornamento. Ci sto ancora pensando, se è per questo.

La domanda è: Cosa vuol dire essere una buona madre?

Aprirò un sondaggio, temo. Perché le opzioni sono innumerevoli. Una buona madre è una che si dedica interamente al proprio bimbo, materialmente ed affettivamente, compiendo tutti gli sforzi e i sacrifici necessari affinché lui sia il più sereno e appagato possibile? Detto così non suona male. Deve annullarsi per suo figlio? Non sono d'accordo. Nel senso, ok, sono la mamma di Samuele, e probabilmente dall'istante in cui l'avrò tra le braccia per la prima volta in avanti sarà la mia identità principale. Però sono ancora io, Airin, 25 anni da compiere, e una serie di hobby, vizi, livelli emotivi a cui non credo sia giusto rinunciare. Come posso essere il suo adulto di riferimento se mi riduco ad essere "solo" mamma, per quanto meraviglioso sia? Non so se riesco a spiegarmi molto bene...Mi sembra una visione una po' vecchia delle cose, ecco.

Va da sé che La Domanda mi ha praticamente gettata nel panico. Se finora ero preoccupata per le cose pratiche(giuro, continuo a smattare su cose del tipo "Oddio, come lo tengo mentre lo lavo? Come si tiene in braccio? E se mi caede? E se non capisco perché piange?",al ritmo di diciotto dubbi del genere al secondo, nelle ore di calma)inizio a esserlo anche su questo fronte:sarò una brava mamma? E' difficile rassicurarsi quando non sai a cosa il termine si riferisce, giusto?
Certo è che amo il Fagiolo e farò del mio meglio.

E arriviamo così all'incontro di martedì scorso, il primo con l'ostetrica. Mezz'ora di ritardo. lei, non io. Iniziamo bene.
Ma, udite udite, ho la lista dell'ospedale dove andrò a partorire circa cosa portare con sé al momento del ricovero. In altre parole, cosa mettere nella Valigia. Valigia con la V maiuscola, perché qui è diventato insieme un tormentone primaverile e un oggetto di culto. Negli ultimi giorni, da mia mamma alla cliente in coda dietro di me alla posta non hanno fatto che chiedermi se avevo preparato la Valigia, più o meno da quando sono entrata nella 33esima settimana. Siccome volevo sapere esattamente cosa passa l'ospedale(giravano strane voci secondo cui dovevi portare tu persino i pannolini per il Fagiolo!)e quanti cambi volevano esattamente, ho rimandato. Mi sentivo come se stessi rimandando l'appuntamento dal dentista. Martedì torno a casa baldanzosa con l'elenco in mano, e chiamo mamma.

"Mamma, portami la Valigia! Ho l'elenco!"
"Ecco, meno male, allora domani te la porto."

Giorno dopo.
DRIIIIN!
"Ciao mamma, hai portato la Valigia?"
"Eccola qui. Ora però mettiamoci a pulire la stanza del bimbo, ora che finalmente è svuotata(NDA, Ho tolto l'ultimo scatolone del trasloco solo domenica scoresa!), così puliamo anche i cassetti e ci riponi il corredino."
"Vabbè, ho quattro cambi contati per il momento, che li metto a fare nel cassetto? Li metto direttamente in Valigia!"
"In Valigia?! Ma che, vuoi preparare la Valigia così presto?"
"..."

Mi sono cadute le braccia.

1 commenti:

Anonimo ha detto...

Cara Airin, aspetta a vedere dopo che è nato....non ti fare paranoie prima!!!

Dici:"Certo è che amo il Fagiolo e farò del mio meglio"

l'amore ti farà comportare di conseguenza e fare grandi sacrifici...e il bello sarà che non li considererai neanche tali!!come dice il Liga...l'amore conta...
un bacio
Gianna

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