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Dicono

La gravidanza è terreno fertile per le dicerie, le leggende metropolitane e i racconti horror-splatter.
Un esempio?
Adesso che sono a 40+3(ma chi ca**o ci aveva insegnato che una gravidanza dura NOVE mesi??)tutti giurano che quando venerdì "farà la luna" sarà il momento giusto.
Ora, senza voler offendere nessuno, la metà scientifica e razionale della mia mente si trova d'accordo con il commento a riguardo proferito dal futuro nonno A(mio babbo), che domenica ha sentenziato:
"Sì, certo. Infatti quando non è luna piena nel mondo non nascono bambini. Ma fammi il piacere." Ma no babbo, è che ne nascono di più, è vero sai, quando partorì la L. aveva "fatto la luna"e la nursery era piena...
L'altra metà della mia mente ci crede disperatamente: se la luna influenza le maree, la semina, il travaso del vino nei tini e anche gli innamoramenti, potrebbe influenzare anche questo Fagiolo, affinché decida di premere il pulsante per l'espulsione automatica.

Altro esempio?
Dicono che la panciona poi manca. Ora, ve lo saprò dire. Non ho prove conclusive ed esaustive a riguardo, essendo ancora dotata di questo invidiabile optional. Ma io penso che ciò che manca è l'indipendenza. Mi spiego. La pancia è in realtà lesiva della propria indipendenza:impaccia, ti impedisce di metterti le tue canottiere e magliette preferite, la mandi a sbattere nella doccia e in ogni angolo finché non ci fai l'abitudine, è un lasciapassare per chiunque si senta in diritto di toccarla/toccarti come se fosse sconnessa da te, fa apparire minuscole le Amiche di Maria anche se in realtà hai fatto due taglie e ti senti prosperosa come la Bellucci(in compenso sfina le braccia, i glutei e le gambe con annesse caviglie-pandoro).
Ma, e qui sta il nocciolo, dal punto di vista del Fagiolo è accessorio multiuso multifunzione indispensabile e perfetto.
Ti permette di portarti appresso il Fagiolo senza nessun ausilio meccanico, ingombrante e costoso.
Ti consente di nutrirlo senza dover diventare una centrale del latte e senza(in tempi più futuri)dover ridecorare le pareti della cucina a ogni pasto.
Ti consente di tenerlo pulito senza cattivi odori, senza costi di pannolini, senza creme e olii e senza rischiare di affogarlo nella vasca(ebbene sì, sono ancora un po' in ansia).
Ti permette di sopperire a ogni suo bisogno senza dover decifrare il suo codice di piagnisteo. Vi pare poco? Continuo a chiedermi cosa succederà la prima volta che si metterà a piangere in quella stanza d'ospedale dove saremo soli, io e Lui. Avrà fame, sonno, paura, caldo, freddo, male? Ci daranno un manuale appena usciti dalla sala parto?
Sì, forse dopotutto mi mancherà la pancia...

Countdown

39+6.
Ci siamo. ormai il tempo è quasi scaduto. Mi riferisco ovviamente alla croce e delizia di tutte le quasi-mamme, la DPP, che sembra la sigla di un partito e invece significa data presunta del parto.
Eh, la parola magica.
Presunta.
Della serie, io ti fisso questa data e ti baso tutti gli esami e le curve della crescita e le menate varie secondo questa data, ma la responsabilità non me la prendo. Potresti anche partorire due settimane dopo o due prima(Ovviamente non il mio caso).
E' un mettere le mani avanti.

E tu, razionalmente, lo sai benissimo. Mica sei scema. Te lo ha detto il/la gine, te lo dicono al corso, lo leggi su Internet, sulle riviste per neo mamme e sui libri che hai comprato per farti una cultura.
Ma, ugualmente, ci speri.
Speri che si decida a nascere prima che il conto alla rovescia segni lo zero, e ti eviti di fare la spola casa-ospedale per i monitoraggi di rito. Ti eviti le telefonate di chi ti chiede se ci sono novità, come non sapessero che se ci fossero novità significative(ovvero la nascita del Fagiolo)li avresti chiamati tu, e ti penti quasi di aver divulgato la vera DPP. Ti eviti l'attesa snervante di un sintomo che nemmeno sai bene se riuscirai a riconoscere, perché non lo hai mai vissuto prima, da ingenua primipara dilettante.

Ci speri perché, nello stato d'ansia pre-evento e pre-parto inizi a temere qualunque cosa:l'induzione, le complicazioni, la pressione alta, il poco liquido amniotico, un taglio improvviso...Tutte cose che pensi di poter evitare se il Fagiolo premesse il tasto ON prima della data di scadenza.

Ci speri perché hai fastidi e doloretti vari da giorni e giorni, che però non sono quelli buoni, quelli conclusivi, e alla visita di venerdì scorso ti hanno detto che ancora non si è accorciato di un mm, questo benedetto collo.

Ci speri perché hai maledettamente voglia di vedere il tuo Fagiolo.

Pediatri

Ovvero, questi sconosciuti. Sì perché a questo ormai famigerato incontro con i pediatri dell'ambulatorio locale, un evento prospettatoci dall'ostetrica del corso come il meeting definitivo e esaustivo per capire chi sono questi dottori, cosa fanno, come agiscono, e sceglierne uno, ...Di pediatra ce n'era una sola su quattro.

Andiamo con ordine.
Scena prima. Esterno ambulatorio. Ci raduniamo noi panciotte del corso. Sembriamo tanti palloni da spiaggia. Io che sono quella più avanti a tutte sembro anche un pinguino che ha ingoiato suddetto pallone, perché i dolori all'inguine e alla vita in questi giorni non mi lasciano in pace.
Timore reverenziale dinanzi alla porta dell'ambulatorio.
"Che si fa, entriamo?"
"Via su, andiamo..."
"Sono già le undici e cinque minuti..."
"ANDIAMO..."

Scena seconda. Interno.
Le segretarie dello studio medico(che coinvolge anche altri medici, tra cui un geriatra:non è poetico, avere pediatra e geriatra nello stesso luogo? Il ciclo della vita...)hanno disposto già le sedie della sala di attesa in file, come al cinema. Dinanzi, una televisione, e una donna in camice bionda tinta.
La Pediatra. Con la P maiuscola, visto che...c'è solo lei! Un altro pediatra sta facendo ambulatorio, mentre le altre due semplicemente non si sono presentate. Stupore generale. Ma come, sono giorni che siamo a conoscenza di questo incontro, come è possibile che manchino? Già siamo quasi-mamme inesperte, come si può sperare che sapremo scegliere uno dei Fantastici Quattro se possiamo parlare solo con una di loro? Vanificato l'intero proposito dell'incontro.

Che comunque, ha avuto dei risvolti positivi.
Anzitutto, video di mezz'ora, e successivo dibattito con la Pediatra(a questo punto le assegno definitivamente la P maiuscola anche se non so se sarà lei la prescelta...)circa l'allattamento.
Poi, la signora si mette a disposizione per una batteria di domande a raffica, fuoco di fila serrato, e, almeno per me, si risolleva l'autostima, perché le sue considerazioni(che ci tiene a specificare siano del tutto personali, forse altri pediatri la pensano diversamente)coincidono con dei parametri mentali che mi ero fatta, dettati da logica e buon senso.
Un esempio?
Non portate i neonati sotto il solleone dell'una(viviamo sul mare, ecco perché lo dice...).
E chi ci aveva mai neanche pensato? Non ci vado io a quell'ora!
Eppure, come dice bene un'amica, se ha deciso di dircelo significa che c'è chi lo fa!°_°

Corso pre-parto - Parte 6

Martedì, è tempo della solita mattina di corso. Corso preceduto dal piacere sottile di andare a sbrigare una faccenda al CUP e metterci solo cinque minuti, perché il CUP è deserto prima delle nove:niente file chilometriche, niente lotta per sedersi, niente vecchi che sbagliano la fila, nada de nada. Io, la panza bassissima e l'impiegata. Stop. Le gioie della vita.

Al corso l'ostetrica sostituta(la nostra era assente)ci ha parlato ancora delle fasi:travaglio, fase latente, fase espulsiva e secondamento. Avendo divorato libri e Internet so tutto sull'argomento, ma insomma, un ripasso non fa male.
Poi esercizio di visualizzazione rilassante:quello della sfera luminosa. Già fatto, machissenefré, rilassa eccome. L'ostetrica sostituta poi ha anche messo musica simil carillon di sottofondo, tanto per inibire ancora di più le terminazioni nervose.

Poi, visualizzazione apposita per il parto, preceduta da chiacchierata ed esercizi di respirazione.
L'ho trovata utile, rilassante, ed anche molto intensa. Ci ha infatti invitate a immaginare l'istante in cui sentiremo per la prima volta il peso del bimbo tra le braccia, quando ce lo appoggeranno addosso appena nato, bagnato. Non sono riuscita a vedere la sua faccia, e questo nonostante l'ecografia 3-D. Ma l'ho visto, pieno di capelli neri, e ho provato, anche se ancora non posso sapere come sia, a vedere quel momento e a vivere quella sensazione, e sono quasi scoppiata a piangere. Giuro. D'improvviso, groppo in gola, stretta al petto, occhi umidi. E' stato molto intenso.

Poi, fatto strano. A un certo punto della visualizzazione, l'ostetrica ci ha invitate a pensare alla testa del bimbo che preme, e alla cervice che si allarga, e qui cito, "aprendosi come un fiore che si offre al sole".
Quando, alla fine, siamo state invitate a dire come ci siamo sentite durante l'esercizio, una ragazza ha ammesso di aver perso il controllo9 a quelle parole dell'ostetrica. Invece della scena di travaglio idilliaca che stava vivendo fino a quel momento, con il compagno accanto, lei serena e tranquilla, le pareti chiare etc, si è ritrovata a essere travolta da immagini di lacerazione, e sangue, e strappi, e dal disgusto per quella cervice che si apriva.
Ecco, non riesco proprio a comprendere cosa ci sia di disgustoso. Capisco l'ansia, e anche la paura, per il parto:per il dolore, per le contrazione, per l'ignoto, per le possibili complicazioni...Ma il disgusto? Il disgusto per una parte del nostro corpo femminile che fa esattamente quello per cui è stata creata? Cioè, è come avere orrore di vedere un braccio che si flette al gomito.

Ho pensato che fosse strano, poi ho pensato a quelle parole di lei:"Ho perso il controllo".
E ho pensato che è questo che mi spaventa di più del momento del travaglio e del parto. Non ho paura del dolore. Sono nervosa come lo sono di fronte a qualunque altro evento eccitante della mia vita. Quello di cui ho paura è di perdere il controllo di me stessa. Cedere al panico, all'ansia, all'emozione, e non riuscire a gestire le mie sensazioni, fisiche ed emotive.
Anche per questo vorrei che il Fagiolo si decidesse ad uscire, anche se ancora non sono alle 40 settimane. Perché ho la sensazione che più sto qui ad aspettare, più la possibilità che al momento catartico io mi perda sia concreta. Forse mi può aiutare concentrarmi su quella testa di capelli neri e sul groppo in gola della prima parte dell'esercizio.

38+1:lettera aperta al Fagiolo

Caro Fagiolo,
con oggi siamo a 38+1. Lo so, ufficialmente la data di scadenza sulla confezione indica il 23 maggio, cioè ancora 13 giorni da trascorrere là dentro, volendo. Non ci ritireranno dagli scaffali prima, stai tranquillo.
Ma Mammina è un po' stanca.
Ha voglia di conoscerti, di toccarti e annusarti e poterti guardare faccia a faccia, da Mamma a Fagiolo.
Ha voglia, tanta, di smettere di rimuginare sull'Evento-Parto, e di affrontarlo e superarlo assieme a te e alla Metà-della-Mela.
Ha voglia, parecchia, di rivedersi i piedi e anche, scusa se te lo dico, la Jolanda.
Ha voglissima di non avere più questa sensazione all'inguine fastidiosissima e a tratti, a fitte, anche piuttosto dolorosa, che mi rende difficile camminare. La pancia è scesa da una settimana, e questa pressione insostenibile simil palla da bowling devi essere tu con la tua testolina appoggiata proprio là in basso. Che fai, tergiversi? Ti affacci all'uscio e basta?
Credimi, puoi uscire tranquillamente. Tu sei pronto, le prossime due settimane servono solo a inciccirti, lo puoi fare benissimo da fuori.
Noi siamo pronti, al massimo delle nostre capacità psicologiche.
Tutto è pronto.
Hai già la tua carrozzina, e il tuo lettino, e iniziano ad arrivare i primi regali. La nonna A ha finito di ricamarti anche l'ultimo, ennesimo lenzuolino, e inizia a dar segni di squilibrio:
"Ma insomma, quando inizi a sentirti peggio?"
"Mamma, vorrei dirti subito ma che cepossofà?"
I nonni B fremono.
Le tue future innumerevoli zie acquisite(aka le mie amiche)sono in preallarme.
Dai, segui la luce. O le voci. Vieni fuori a conoscere il mondo qualche giorno prima, e fai un bel regalo alla tua mamma: mai creduto che i miei piedi potessero mancarmi così tanto...

Ps. Metà-della-Mela, grazie per le rose rosse per la Festa della Mamma, grazie più di quanto riesca a dirti.

Corso pre-parto - Parte 5...e altro

Martedì scorso altra lezione del corso. Abbiamo completato l'argomento travaglio, con informazioni più precise circa le varie posizioni possibili da assumere, sia durante le contrazioni che durante il parto.

Tutto ciò è stato poi complementato dalla visita alla sala travaglio e alla sala parto dell'ospedale dove partorirò di giovedì scorso, durante la quale un'ostetrica dell'ospedale ci ha appunto mostrato i vari ausilii(sgabello, poltrona, palla...)dei quali l'ostetrica del corso ci aveva solo potuto parlare e descrivere a voce. La sala travaglio sembra la cameretta di un bimbo, con i disegni Dinsey alle pareti. Capisco le tinte pastello e le luci soffuse, per rilassare, ma Marlin e Nemo proprio accanto alla vasca idromassaggio...non so, mi sento tornare bambina quando invece dovrebbe essere tutto l'opposto no? Insomma, sarò in quella stanza per dare alla luce mio figlio, e non credo che a lui interesseranno gli Aristogatti appena uscirà dal tunnel...Comunque, effettivamente contribuiscono all'atmosfera rilassante.

Abbiamo ascoltato storie di parti veri, messi sul ridere. Almeno spero che le sue fossero esagerazioni comiche:sentir raccontare di quella tale che per le tre ore di travaglio non ha fatto che dondolare sulla palla cantando a squarciagola le canzoni dei Nomadi(si era portata i cd), da una parte inquieta un pochino. Mica diventeremo tutte matte??

La sala parto invece ha il classico lettino, con le maniglie e le staffe per i piedi, e il carrello d'emergenza etc...

La cosa brutta è che è un piccolo ospedale, per quanto ben attrezzato, per cui ci sono solo due stanze travaglio e una parto. Se fossimo in più donne a partorire nelle stesse ore, ci sarà la fila e potrebbe capitare che una si faccia tutto il travaglio in stanza, invece che in quella bella saletta uscita da Eurodisney...ma pensiamo positivo!

Al corso poi abbiamo fatto altri esercizi di respirazione, e poi si è parlato della donazione del cordone. Già fatto, mi sono detta. Essendo quella più avanti di tutte al corso sono arrivata prima io della lezione. Fatto il tampone, con esito negativo, ho prenotato il colloquio con il centro trasfusionale. Io e il mio compagno siamo dell'idea che si tratti di un gesto davvero importante, pensando soprattutto al fatto, come ci ha ricordato l'ostetrica del corso, che spesso il sangue del cordone viene utilizzato per trapianti pediatrici, su bambini magari affetti da leucemia o altre gravi patologie. Purtroppo non solo è un'azione di cui si sa poco, ma anche ostacolata da inconvenienti pratici davvero disdicevoli. La banca cui fa riferimento il mio ospedale fa...orario di banca. Se per ipotesi partorissi di sabato o domenica non sarebbe possibile effettuare la donazione, anche se, dopo il colloquio(rigoroso ma un po' comico, devo dire...)siamo risultati idonei. Si commenta da solo, direi.

Privilegio?

Mammafelice ha riportato parte di un'intervista al ministro Maria Stella Gelmini apparsa sul Corriere, in cui dichiara:

Subito in pista, come Ilaria D’amico su La7. Ha seguito le polemiche per le sue dichiarazioni sul fatto di potersi permettere un rientro così rapido, a differenza di altre donne meno fortunate?
La gravidanza è una cosa unica, è proprio come dicono. Uno stato di beatitudine che dà una forza incredibile, che non conoscevo. Ti senti più forte di prima. Anch’io, come la D’Amico, ho più facilità di altre donne a tornare subito a lavorare senza trascurare mia figlia. Ma non vuol dire non essere una buona mamma, dovrebbero farlo tutte.

Però le donne normali che lavorano dopo il parto sono costrette a stare a casa.
Lo giudico un privilegio.

Un privilegio? Non è un diritto?
Una donna normale deve certo dotarsi di una buona dose di ottimismo, per lei è più difficile, lo so; so che è complicato conciliare il lavoro con la maternità, ma penso che siano poche quelle che possono davvero permettersi di stare a casa per mesi. Bisogna accettare di fare sacrifici.

Ora, forse noi tutte abbiamo frainteso. Perché a pelle la prima reazione è stata di incredulità mista a indignazione. Come, e ribadisco, COME si può equiparare un diritto conquistato e garantito con fatica(perché anche se costretti per legge a assicurare almeno i tre mesi di maternità obbligatoria, conosco diverse storie di chi si è sentita giudicata pesantemente, criticata e che ha subito "vendette" al momento del rientro a lavoro. Va da sé che non tutti i posti e i datori di lavori sono spietati, naturalmente!)a un PRIVILEGIO?

Nessuno può giudicare le scelte di ciascuna donna riguardo al suo essere madre: il punto è che per molte, moltissime, non c'è scelta. Quotidianamente. Part time non concessi, zero telelavoro, critiche più o meno velate, riduzioni di posizione, mancato rinnovo di contratti a termine, asili nido insufficienti o troppo cari...

A chi spetta difendere i diritti delle mamme? Come qualunque altro diritto, allo stato.
Lo Stato, nella persona del Ministro Gelmini, declassa tali diritti a un privilegio. Disdicevole, a dir poco.
E chi può rimanere senza problemi a casa in maternità anticipata, o non ha difficoltà e rientrare e a ottenere part time o l'applicazione di altri diritti, spesso viene additata(in senso positivo, non con spirito accusatorio)come una donna FORTUNATA. Ma i diritti dovrebbero essere rispettati per prassi, non per fortuna.
Molto disdicevole.