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Crisi alimentare

Sono stata lontana dal blog per qualche giorno, chiedo venia. Ma avevo i timpani perforati e la mia riserva di energie mentali esaurita come i pozzi durante la siccità.
Il Piranha non è mai stato una personcina accomodante, a tavola. Disdegna tutto, non vuole assaggiare niente di nuovo, non gli piacciono le verdure e neanche la frutta, né le uova e neppure il pesce. Col risultato che da un anno e mezzo quasi due a questa parte si ciba di quattro o cinque cose: passato di verdure o pastina al pomodoro o ai formaggi come primo piatto, fettina di manzo/pollo/tacchino in gratella come secondo.
Inoltre, non ne vuol sapere di mangiare da solo. Ogni tanto, ma molto di rado, decide di cimentarsi e ci riesce benissimo, senza neanche macchiarsi. Ma il 95% dei pasti sono io che lo devo imboccare(il primo, la carne la mangia da solo già da parecchio).
Fin qui, sono abbastanza tranquilla.
Ma nell'ultima settimana, anche dieci giorni, ci siamo ritrovati in una situazione paradossale. Tipo.
Non voglio la pasta! (Allora gli preparo la minestra) Non voglio la minestra. Non voglio la carne, non voglio il prosciutto, non voglio mangiare da solo, non voglio che m'imbocchi.
Una girandola di capricci al ritmo di otto nuove idee al secondo.
Poi apre la bocca e inizia a urlare. Giuro. urlare e strepitare senza posa né consolazione.
Senza motivo. A caso.
Anche per trenta minuti di fila. E io e La-Metà-della-Mela non sappiamo che fare.
D'accordo non forzare i bambini a mangiare, mai dire "Finisci per forza tutto quel che hai nel piatto". Sono d'accordissimo.
Ma neanche posso lasciarlo digiunare una settimana di fila.
Gli ho spiegato calma che almeno una forchettata(cucchiaiata/boccone)della roba che si ha nel piatto si mangia. Specialmente se ha scelto lui cosa mangiare.
Ho alzato la voce. L'ho abbassata.
L'ho messo in pausa in un'altra stanza da solo aspettando che si calmasse.
Gli ho dato da bere un sorso d'acqua. L'ho ignorato continuando a far conversazione con il babbo.
Sono stata a un passo da convocare Don Zaucker.
Nulla. Niente.
E la cosa orrenda è che se sono presenti ospiti, o siamo a casa di nonno e nonna non lo fa.
Roba da sbattere la testa nel muro. Se fossimo qualche secolo indietro lo avrebbero di certo reclutato nella Santa Inquisizione, perché pur di farlo smettere avrei confessato qualsiasi atto sacrilego vero o fasullo.
Poi, da un paio di giorni, la follia urlante sembra essersi dileguata, e il Piranha ha ripreso a mangiare di gusto.
Così, da solo. Niente è cambiato, come del resto nulla era cambiato precedentemente per farlo divenire così pazzoide.
Io incrocio le dita e mi godo la quiete. Ma che età assurda, questi terrible twos...

2 commenti:

CosmicMummy ha detto...

la soluzione, anche se mi rendo conto che non sempre è praticabile per motivi economici, è l'asilo. all'asilo i bambini non fanno capricci per mangiare. quando ci hanno invitato a pranzo al nido del mio grande, ho visto con i miei occhi una mamma incredula perchè il figlio - che a casa non mangia niente - lì ha chiesto il bis. poi certo se sai che mangia tutto a pranzo se anche salta la cena sei più tranquilla. non so cosa consigliarti, o meglio il consiglio sarebbe di tenere duro e fargli mangiare fuori pasto solo frutta (è quello che faccio anche io con i miei se hanno fame e non è ancora ora di sedersi a tavola) e a tavola non insistere che prima o poi la fame arriverà, ma mi rendo conto che è più facile a dirsi che a farsi. è senz'altro un capriccio da terrible two, purtroppo i bambini capiscono benissimo dove gli conviene di più battere per metterti alla prova e il mangiare è spesso un bersaglio molto apprezzato. io ricordo quell'età come davvero molto difficile, è difficile fargli fare qualunque cosa, ma bisogna tenere duro perchè è tutto un modo per capire chi comanda e fino a che punto possono farti ricatti morali. una volta ho letto un articolo di un esperto che diceva che i capricci sono processi cognitivi. e i bambini hanno bisogno di imparare che le redini in mano ce le hanno i genitori... quindi resisti più che puoi, so che è difficile, è tutto un equilibrio fra fermezza e autocontrollo (ci si dovrebbe sforzare di non perdere mai la pazienza, di non gridare mai, di non mostrarsi fragili... io l'ho davvero imparato con l'esperienza lavorando su me stessa)... credo che durante i terrible two si pongono le basi di quello che sarà il tuo rapporto con tuo figlio negli anni successivi, e di quello che sarà il suo comportamento durante l'adolescenza (età che tremo solo ad immaginare). è un periodo che richiede davvero tanto impegno e tante energie non solo fisiche ma ti assicuro, è un impegno che paga. se tieni duro i risultati si vedono, bambini e genitori crescono sereni.

Airin ha detto...

Dici bene. L'asilo. E' stata la prima soluzione a cui abbiamo pensato, ma purtroppo non è praticabile. Sull'argomento cibo ne ho sentite di cotte e di crude(passami il giochino squallido di parole), ma ciò su cui ho trovato tutti d'accordo è la relazione positiva pasti/asilo. Tutti mangiano e anche da soli, assaggiano e mangiano meglio. sarà l'ambiente diverso da quello familiare, o sarà lo spirito di imitazione, chissà. Noi purtroppo però non possiamo, e così ci siamo armati di pazienza. er giorni le abbiamo provate di tutte, poi avevamo deciso la tattica dell'ignoro. Non che abbia funzionato particolarmente, lui continuava a piangere, ma almeno abbiamo cercato di trasmettergli il messaggio "Il cibo non è una leva di potere da usare su di noi, perché non ci interessa". Non so se ci siamo riusciti. Adesso questo periodo è passato da solo, segno inequivocabile che di capriccio si trattava, e spero vivamente che non ci ricada. Ti ringrazio del lungo commento e del consiglio, un'amichevole pacca sulla spalla fa sentire meno soli e incapaci.

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