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Altri due premi!


Wow. No, davvero, wow! Sono molto contenta, BABBOnline mi ha nominata per altri due premi. Rendiamoci conto.
Grazie davvero a BABBOnline, di cuore. Un blog che, premi a parte, sono felice di avere incrociato.
Ed eccomi qui a scrivere un altro post secondo le regolette di questi due premi!

7 COSE SU DI ME


1. Ho imparato a leggere a 5 anni durane una lunga convalescenza, stufa di dover mendicare attenzione da mamma/babbo/nonne/fratello maggiore.
2. Ho iniziato a mangiare verdure e frutta solo dopo la gravidanza. Si vede che gli ormoni mi hanno modificato le papille gustative.  
3. Preferisco la montagna al mare. L'avevo già detto?
4. Vado religiosamente ogni anno al Lucca Comics and Games.
5. Posso addormentarmi in ogni luogo e in due secondi netti. Se non c'è di mezzo il Piranha, allora divento sensibile e mi sveglio all'istante.
6. Leggo tonnellate di fan fictions.
7. Canto a gola spiegata in auto quando sono sola. E sono stonatissima.
LE MIE RISPOSTE


1. Qual è l’ultimo acquisto fatto? Cd di David Bowie, Reality Tour.
2. Quale sarà il tuo “must/have”primavera estate? L'estate è finita! Ma in genere il mio capo must sono gli shorts di jeans.
3. Unghie lunghe o corte? Lunghe.
4. Rossetto o gloss?Gloss, ma di rado.
5. Stivali o sandali? Stivali rule! Ma porto anche sandali, però...
6. Abbronzatura si o no?  Magari. Sono catarifrangente.
7. Profumo o acqua profumata? Deodorante?
8. Hai fatto programmi per l’estate? Ce la siamo goduta il più possibile dopo la disastrosa estate passata. Stiam già facendo progetti per la prossima e se tutto va come al solito resteranno tutti irrealizzati!^^
9. Occhi o labbra in primo piano? Occhi.
10. Terra o blush? Nessuno dei due.
11. Palestra o dolce far niente? Palestra fai da te:sollevare il Piranha, andare in bici con lui sul seggiolino dietro, andare a passeggio...
12. Short o mini? Shorts!
13. Capelli lisci o ricci?  Spaghetti.
14. Il tuo colore per l’estate? Ultimamente sono molto green.
15. Giornata al mare o in montagna? Potessi montagna ma visto che ci abito, spessissimo è mare.
16. Fondotinta d’estate? Mai.

Quindici blog??? Non so nemmeno se ce ne sono 15 nella mia lista... Ciò mi stimolerà a navigare di più, ma per adesso, guardando la mia colonnina a sinistra, ecco qua. Son riuscita a metterne 10 "mammeschi". Cifra tonda, comunque. E ne aggiungo 5 non "mammeschi"(né "babbeschi"), che magari sono grandi blog, molto seguiti. Più che per premio personale, li metto per farli conoscere, se a qualcuno interessassero.

I MIEI 15 BLOG

 

Crisi alimentare

Sono stata lontana dal blog per qualche giorno, chiedo venia. Ma avevo i timpani perforati e la mia riserva di energie mentali esaurita come i pozzi durante la siccità.
Il Piranha non è mai stato una personcina accomodante, a tavola. Disdegna tutto, non vuole assaggiare niente di nuovo, non gli piacciono le verdure e neanche la frutta, né le uova e neppure il pesce. Col risultato che da un anno e mezzo quasi due a questa parte si ciba di quattro o cinque cose: passato di verdure o pastina al pomodoro o ai formaggi come primo piatto, fettina di manzo/pollo/tacchino in gratella come secondo.
Inoltre, non ne vuol sapere di mangiare da solo. Ogni tanto, ma molto di rado, decide di cimentarsi e ci riesce benissimo, senza neanche macchiarsi. Ma il 95% dei pasti sono io che lo devo imboccare(il primo, la carne la mangia da solo già da parecchio).
Fin qui, sono abbastanza tranquilla.
Ma nell'ultima settimana, anche dieci giorni, ci siamo ritrovati in una situazione paradossale. Tipo.
Non voglio la pasta! (Allora gli preparo la minestra) Non voglio la minestra. Non voglio la carne, non voglio il prosciutto, non voglio mangiare da solo, non voglio che m'imbocchi.
Una girandola di capricci al ritmo di otto nuove idee al secondo.
Poi apre la bocca e inizia a urlare. Giuro. urlare e strepitare senza posa né consolazione.
Senza motivo. A caso.
Anche per trenta minuti di fila. E io e La-Metà-della-Mela non sappiamo che fare.
D'accordo non forzare i bambini a mangiare, mai dire "Finisci per forza tutto quel che hai nel piatto". Sono d'accordissimo.
Ma neanche posso lasciarlo digiunare una settimana di fila.
Gli ho spiegato calma che almeno una forchettata(cucchiaiata/boccone)della roba che si ha nel piatto si mangia. Specialmente se ha scelto lui cosa mangiare.
Ho alzato la voce. L'ho abbassata.
L'ho messo in pausa in un'altra stanza da solo aspettando che si calmasse.
Gli ho dato da bere un sorso d'acqua. L'ho ignorato continuando a far conversazione con il babbo.
Sono stata a un passo da convocare Don Zaucker.
Nulla. Niente.
E la cosa orrenda è che se sono presenti ospiti, o siamo a casa di nonno e nonna non lo fa.
Roba da sbattere la testa nel muro. Se fossimo qualche secolo indietro lo avrebbero di certo reclutato nella Santa Inquisizione, perché pur di farlo smettere avrei confessato qualsiasi atto sacrilego vero o fasullo.
Poi, da un paio di giorni, la follia urlante sembra essersi dileguata, e il Piranha ha ripreso a mangiare di gusto.
Così, da solo. Niente è cambiato, come del resto nulla era cambiato precedentemente per farlo divenire così pazzoide.
Io incrocio le dita e mi godo la quiete. Ma che età assurda, questi terrible twos...

Sport

Nella giornata conclusiva dei Giochi, una riflessione mi assale.
Vediamo atleti cimentarsi comunque ad altissimo livello in una miriade di discipline. Anche quello arrivato ultimo, è magari il numero trenta del mondo, per logica, e considerando che siamo miliardi, su questo sassetto blu, non è poi male no?
Ma da bambini?
Diversi sport prevedono che si inizi a praticare la disciplina fin da piccoli. E come è noto, il nostro giudizio non è mica così affinato da permetterci di scegliere con saggezza una disciplina sportiva, a 4, 5 o 6 anni.
Per saggezza intendo che fare sport deve anzitutto divertire(mi sono sentita così triste quando ho sentito Schwazer confessare che andare ad allenarsi era per lui una tortura)ma bisognerebbe anche scegliere qualcosa per cui si è un minimo portati, perché secondo me è frustrante allenarsi molto senza ottenere mai un risultato. Non intendo la medaglia olimpica, ma anche una piccola soddisfazione in una piccola garetta provinciale, per dire.
Chiarito questo...quanto contano allora le pressioni dei genitori? Perché, scusate, ma io sono scettica quando mi dicono che Tizia O Caio han sempre voluto fare la ballerina, la pattinatrice, il tuffatore, il centometrista fin da quando andavano all'asilo. Penso che se una bimba di tre anni vuole il tutù lo chiede in astratto, non si rende davvero conto di quel che significhi fare la ballerina, no? Penso che sia vero in rarissimi casi.
Così mi sono chiesta fin dove sia giusto spingere e spronare, indirizzare e incanalare...e fin dove desidero io farlo con il mio Piranha.
Ad esempio, io detesto il calcio, soprattutto quello giocato a livello locale. Lo trovo piuttosto insalubre come ambiente. Ho visto genitori istigare i figli al fallo cruento e rivolgere all'arbitro un rosario di insulti che nemmeno al porto a Livorno. Anche se io e la Metà-della-Mela mantenessimo un contegno decoroso a bordo campo, l'atmosfera che il Piranha respirerebbe è piuttosto marcia. No, grazie. Ma se il Piranha desiderasse far calcio? Ho il diritto di negarglielo a priori? E se magari fosse bravo? Come possiamo saperlo senza fargli provare?
Quindi? Dove si trova il punto di equilibrio?
Inoltre, un po' di sport fa senz'altro bene, a livello fisico. Ma io per esempio sono contraria a infarcire di impegni l'agenza quotidiana di mio figlio. Finché sei bambino fai il bambino. Già avrà la scuola a tempo pieno e i compiti. Fino a che punto sono disposta a consentirgli, se lo desidera, di seguire allenamenti e gare a scapito delle corse nel prato e dei tuffi al mare in estate? Sono all'antica?
Far fare uno sport ai propri figli...è un'espressione che sento spesso e mi mette tristezza. Non voglio far fare uno sport al Piranha, se lui non si diverte e non me lo chiede.Allo stesso tempo vorrei che scegliesse in un senso piuttosto che in un altro.
In più, guardando i Giochi, ovviamente pieni di talenti, mi chiedo quali sacrifici, quante ore, e quanto lavoro comporti, per loro, arrivare a questi livelli.
In Italia spesso comporta trasferimenti precoci in città con centri sportivi, e un futuro quasi certo in corpi militari o giù di lì. Francamente non so se sarei disposta a lasciare che il Piranha se ne andasse a 400 km di distanza a 15 o 16 anni. Ma, se davvero avesse talento, e desiderio di affermarsi, e ambizione, che diritto avrei io di fermarlo e trattenerlo?
Son tutti discorsi in astratto, e senz'altro il Piranha sarà un comune bambino che giocherà a pallavolo o pallacanestro nella squadretta del paese, o magari uno di quelli che cambierà disciplina ogni anno.
Ma questi giochi mi hanno riflettere. Sull'importanza di assecondare i propri figli ma anche di guidarli. Sulle pressioni dei genitori, sulle scelte effettive dei futuri medagliati, sul riversare le proprie aspirazioni frustrate sulla propria prole. Sui sacrifici delle famiglie, e sul valore della normalità, dell'essere nella media, di avere una quotidianità comune.